small states on un-certain stereotypes

intervista a Gino Sanguinetti
Artista e Curatore,  Presidente della Galleria e Associazione d’Arti Visive di Gibilterra, 
Regno Unito

Gibilterra, Novembre 2009

GINO SANGUINETTI – Questa associazione è stata fondata dieci anni fa, e credo che è nata anche in un momento politico molto interessante. Credo che sia strettamente legata alla situazione sociale e politica di Gibilterra, nel senso che abbiamo avuto problemi con la Spagna, e abbiamo avuto problemi economici relativi alla nostra situazione. Quindi era giunto il momento di iniziare a fare qualcosa di un po più serio a Gibilterra e assumersi  delle responsabilità in relazione al suo passato e in relazione a dove sta andando. E ’un posto molto piccolo, è ancora una colonia, ancora parte del Commonwealth, siamo parte dell’Europa, ma la nostra posizione geografica ci pone al confine tra Africa ed Europa, così possiamo vedere l’altro continente. Ciò crea anche una responsabilità, che è una parola che può emergere  spesso in relazione al continente africano e al rapporto tra Europa e Africa, in particolare il Maghreb. Abbiamo una buona relazione ora con la Spagna, ma vorrei di più vedere un’apertura verso il nortd del Marocco, che è qui, perché Gibilterra è stata molte cose, a seconda di chi l’occupava: Romani, Greci, Fenici, l’occupazione araba, che è durata per molto tempo, gli spagnoli e gli inglesi, e ora abbiamo questa miscela di molte cose diverse. Ci sono molteplici strati di ricordi e di possibilità immaginative di cui gli artisti possono parlare, per trovare se stessi come cittadini di Gibilterra in questo luogo che in fondo è nostro.
PIER PAOLO CORO – Credo che questa idea  e il progetto offre anche una buona opportunità per stringere rapporti con altri artisti. Abbiamo trovato la stessa cosa in ciascuno dei paesi di piccole dimensioni. L’idea e la necessità di essere molto aperti. Cosa ne pensi?
GS - Un filosofo Karl Popper, si pone queste domande nel suo libro La società aperta: Quanto si apre? Quanto si chiude? E Gibilterra è una contraddizione, perché è un porto, ma al tempo stesso è una fortezza, quindi sappiamo molto sui tempi di quando aprire le porte o chiuderle, e ovviamente siamo aperti ad altrettanti artisti che vogliono  venire a Gibilterra. e magari far parte della storia dell’arte di Gibilterra. Uno dei progetti è quello di fare qualcosa con i tunnel nella roccia, perché abbiamo più km di gallerie nella roccia che al di fuori, e questo potrebbe essere molto interessante per esplorare tutto ciò che è lo spazio interno. E questo è uno dei miei progetti. Sarebbe molto interessante proprio per non rimanere sulla superficie delle cose, qui ci si dovrebbe letteralmente all’interno di un corpo di pietra, che è già stato preparato. Per vedere come gli artisti rispondono a un progetto artificiale che è stato realizzato nel 18° secolo, e poi durante la seconda guerra mondiale. All’interno di uno spazio molto limitato, ci sono molte aree interessanti che potrebbero funzionare molto e stimolare l’immaginazione degli artisti. (Intervista estratto)